FERRARI GRAN SPUMANTE BRUT


Produttore - Cantine Gran Spumante Ferrari dei Fratelli Lunelli s.n.c, località Ravina, Trento. Vigneti - sulle colline di Trento, Lavis e San Michele all'Adige, e sulla sponda sinistra del fiume Adige.
Uve - pinot chardonnay, con piccole percentuali di pinot nero, strettamente vinificate in bianco.
Colore - giallo paglierino chiarissimo, brillante, con riflessi verdolini. Profumo - fine e persistente, bouquet elegantissimo; si percepiscono sentori di frutta, di lievito e di ambra, bene amalgamati.
Sapore - secco, fresco, di nerbo fine e di marcata vivacità, armonico. La spuma è fine e abbondante, il perlage minutissimo e persistente. Qualificazione - bianco secco spumante, metodo champenois. Tenore d'alcool - gradi 12,5.
Invecchiamento - metodo champenois, minimo 3 anni presso il produttore. Imbottigliato e messo in commercio, è pronto per il consumo. Si tenga presente che la qualità dello spumante champenois non migliora invecchiando in bottiglia.
Gastronomia - splendido come aperitivo, ma anche a tutto pasto. Mai con il dolce. Va sempre servito freddissimo, a 4-6 gradi. Stappare la bottiglia con precauzione, avendo rawertenza di tenerla inclinata in avanti.
La vicenda dello spumante italiano metodo champenois ha di molto superato il secolo. Carlo Gancia, fondatore dell'omonima casa piemontese, lo aveva applicato alla lavorazione del moscato già nella seconda metà del secolo scorso; più o meno alla stessa epoca, Car-pené aveva fondato a Conegliano Veneto Pindustria dello spumante. Ma fu un agricoltore trentino, Luigi Ferrari, a dare gloria e fama, anche oltre confine, agli spumanti italiani. Studioso appassionato, Luigi Ferrari divenne presto uno dei massimi esperti; e fu il pioniere della moderna enologia trentina, propugnatore dell'indirizzo specialistico cosi grandemente favorito dai caratteri pedologici e climatici della valle dell'Adige. Il suo grande amore per l'agricoltura lo portò a visitare giovanissimo - erano gli ultimi anni dell'ottocento - i massimi centri di studi enologici; frequentò a Montpellier, in Francia, l'Istituto Superiore e completò la sua preparazione a Geisenheim, sul Reno. Quando tornò in Italia cercò i terreni più adatti e scoprì che quelli trentini avevano straordinarie coincidenze con quelli di Borgogna e della Champagne. E così il clima. Importò barbatelle di pinot, di chardonnay e di altri vitigni nobili francesi, e iniziò subito gli allevamenti e gli incroci (una varietà porta il suo nome). Alcuni anni dopo era già in grado di iesentare una piccolissima produzione di spumante champenois all'esposizione Internazionale di Milano del 1905 e a quella di Bruxelles nel 1910. Vinse due medaglie d'oro, le prime di una lunga serie. Giulio Ferrari cedette, negli anni cinquanta, la cantina a Bruno Lunelli. E negli anni difficili la politica della qualità permise alle (infine Ferrari di superare brillantemente il trauma di una omonimia assai pericolosa perché travolta da un grosso scandalo. Scomparso il commendator Bruno nel 1973, immaturamente, l'impresa è ora nelle mani dei quattro fratelli Lunelli, giovani di anni ma ricchi di esperienza, dinamismo ed entusiasmo, fedelissimi comunque alle tradizioni: sono Gino, Mauro, Giorgio e Franco. Si deve a loro lo postamento delle cantine da Trento a Ravina, dove sono stati ricavati locali e sotterranei razionali, alle giuste temperature che il laborioso ciclo delle lavorazioni richiede. La produzione annuale di Spumante Ferrari, nei vari tipi, si aggira oggi sulle duecentomila Umiglie.

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