BAROLO CERETTO


« Tra cinque anni produrremo direttamente tutto, dairuva al vino. Lo sforzo che facciamo per completare gli acquisti di terreno è dovuto essenzialmente al fatto che non crediamo più alla produzione di uva seria e qualificata da parte del contadino. » Questa dichiarazione, apparentemente logica ma in realtà esplosiva, venne fatta da Bruno Ceretto nel corso d'una tavola rotonda organizzata dai sommelier liguri il 17 marzo 1975 nel Salone delle Maschere del magnifico castello di Grinzane Cavour. La dura e perentoria affermazione va spiegata con il lungo travaglio della Casa Vinicola Ceretto. Riccardo, padre degli attuali titolari (che sono Bruno, Marisa e Marcello Ceretto), diede vita nel 1932 a un'impresa di trasformazione: comprava le uve dai viticoltori e vinificava in proprio. Nel 1961, la ditta subì un radicale mutamento con l'avvento dei figli, i quali si erano accorti che non si può produrre un buon vino (specie se i vini si chiamano Barolo e Barbaresco!) se le uve non sono di primissima qualità. Bruno e Marcello, ragioniere il primo, enotecnico il secondo, cominciarono allora a selezionare i migliori vigneti dell'Albese (i francesi direbbero cru, in luogo li chiamano sorì, ma in definitiva io preferisco un bel nome italiano, chiaro e pacifico: vigna o vigneto), passando poi al vero e proprio acquisto al fine di raggiungere lo scopo di dare a ogni vino il proprio vigneto in zona tipica, e a ogni vigneto la propria cantina. La tesi dei Ceretto (« non crediamo più alla produzione di uva seria e qualificata da parte del contadino ») si è dimostrata saggia e giusta, e i loro vini hanno acquistato prestigio e fama grazie proprio alle loro qualità organolettiche, che non esito a definire eccezionali. Bruno Ceretto mi ha condotto per vigne e cantine, mi ha fatto vedere e toccare con mano: potature corte, e quindi poca o pochissima resa d'uva per ettaro, nessun diserbante né concime chimico, scelta quasi fanatica dell'uva sana e di qualità, giusti invecchiamenti come da disciplinare e ancora di più nell'annata ottima, bottiglie tutte numerate nell'ambito d'una produzione dichiarata in etichetta, annata per annata, vigneto per vigneto. Questa è la scheda di una delle gemme dei Ceretto, il Barolo Vigneto Zonchetta l- Brunate, annata 1971. La bottiglia qui descritta, tra le tante degustate, è la numero 4446, in una produzione di 17.500 bottiglie.

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